Quando tuo cugino insiste
Vitangelo Moscarda ci è diventato pazzo ed ha rischiato la vita, quando ha scoperto che il suo naso “pendeva un po’ a destra” e che poi, alla fine, nessuno lo vedeva per quello che era e men che meno riusciva a vedersi in modo definito e univoco da solo.
Il personaggio pirandelliano di “Uno, nessuno, centomila” è in qualche modo connesso ai modi di interpretare la realtà messi in scena al Teatro Comunale di Porto San Giorgio da Checcevo’ ?...no guarda, ce vò, ce vò, un racconto scritto e rappresentato da due professionisti: Luca Violini, attore, doppiatore e regista e Paolo Manocchi, formatore comportamentale e coach, con la consulenza letteraria di Paolo Logli.
C’è, indubbiamente, un relativismo di fondo nella rabbia, mista a sfiducia e qualunquismo portata in scena dal personaggio di Luca Violini, che osa sfidare il conformismo dell’eguaglianza imposta solo da morto (o quasi).
E, con lui, sul palco c’eravamo tutti, o meglio una parte di noi che emerge quando le cose non vanno e che, con un pizzico d’infantilismo, ha sempre da dare la colpa a qualcuno o qualcosa: il “secondo me”, sdoganato anche in politica con il famoso “uno vale uno”, salva qualsiasi opinione, anche la più bislacca, e se non basta poi arriva “mio cugino” che la avvalora: eventualmente, nel dubbio si può sempre “chiedere per un amico” e guai a sostenere che un paziente possa dire al medico qual è la sua malattia, lui lo sa “perché ha googolato”.
Quando abbiamo tempo e possiamo ragionare a mente fredda (quando possiamo farlo ormai, se siamo sempre interconnessi al web?) emerge invece il Paolo Manocchi razionale, che ci dà le “dritte giuste”, intendendo per “giuste” non quelle universalmente, matematicamente esatte ma almeno più equilibrate: cosa dovremmo intendere per coerenza, perché è meglio eliminare il più possibile il “non” dai nostri discorsi, perché non bisogna confondere i propositi e gli obiettivi, perché la parola da usare non è uguaglianza ma equità.
Da questa esperienza formativa, organizzata dalla Compagnia delle Opere Marche Sud e dalla Camera di Commercio delle Marche, con il patrocinio del Comune di Porto San Giorgio, si esce un po’ spaesati, un po’ partigiani dell’una o dell’altra voce, rafforzati nella convinzione che tutto dovrebbe essere certo ma tutto è relativo.
Anche se non dovrebbe: non dovrebbe essere relativo l'impegno nello studio, il sacrificio nel lavoro, non dovrebbero esserlo gli anni passati ad esercitarsi per fare "bene una cosa", non dovrebbe (tanto per parlare di Intelligenza Artificiale) essere equiparato un giornalista, uno scrittore, a ChatGPT, un cantante ad un'App per cantare, un grafico ad un "crea in cinque minuti il tuo sito", un laureato ad un esperto googolatore.
Forse abbiamo tutti un cugino in comune, Vitangelo Moscarda, ma resta comunque, come monito, la battuta conclusiva affidata a Luca Violini, per evitare di accorgersi troppo tardi, freddi, eleganti e in orizzontale dentro una bara che per vivere "ce vo'... ce vo'".
“Chi ti dice checcevo’, non rovina solo il suo futuro ma anche il tuo. Pensaci”.
di Roberto Valeri
22/02/2024