Emergenza piccioni, nel Fermano devastate piantagioni di girasoli

- Cia Agricoltori provinciale: «Chiediamo che venga riconosciuto il costo del gasolio necessario alla risemina»

 FERMO - Piantagioni di girasole completamente devastate da stormi di piccioni. E’ quanto sta avvenendo nelle campagne del Fermano. La denuncia arriva dalla Cia-Agricoltori provinciale che parla di una situazione ormai fuori controllo.  Tra gli agricoltori che registrano i danni provocati da questi volatili c’è Paolo Quadrini associato alla Cia che afferma: «Da quattro anni a questa parte siamo costretti a veder gravemente danneggiati le nostre produzioni di girasoli a causa dei piccini che mangiano le piccole foglie di questo fiore, in quanto dolci, distruggendoli. Un danno enorme: si tratta di milioni di euro se consideriamo la produzione di tutto il territorio»

«La crisi scatenata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha reso evidente la dipendenza dell'Italia dall'estero per alcune produzioni come il girasole – spiega Matteo Carboni presidente della Cia Ascoli, Fermo e Macerata - e la necessità di ridurre tale dipendenza aumentando la produzione nazionale. Anche in questo caso gli agricoltori si sono dimostrati pronti a soddisfare le esigenze della popolazione, ma ancora una volta si sono dovuti confrontare con problematiche che ne mettono a rischio la produzione e il reddito. Infatti, oltre ai costi di sementi, gasolio e fertilizzanti arrivati alle stelle, nei nostri territori gli agricoltori si sono dovuti confrontare anche con il grande problema dei piccioni che stanno distruggendo interi appezzamenti seminati a girasole, e oltre il danno la beffa di vedersi riconosciuto come risarcimento solo il costo delle sementi».

«Come Cia – prosegue il presidente - chiediamo che venga riconosciuto, almeno, anche il costo del gasolio necessario alla risemina e che i risarcimenti siano semplificati e velocizzati come peraltro previsto da un provvedimento della Regione che speriamo entri al più presto in vigore. Va poi affrontato il problema in modo da non vederlo ripresentarsi l'anno prossimo, innanzitutto rivedendo il piano di contenimento che evidentemente non funziona. Inoltre vanno incentivati i cacciatori ad abbattere i piccioni e soprattutto devono intervenire i Comuni visto che la maggior parte di questi volatili hanno i loro nidi nei centri storici e sono quindi necessarie ordinanze, da rispettare, per il loro contenimento dato che sta diventando un problema di Sanità pubblica, considerando le malattie che possono portare. E’ necessario intervenire per ridurne il numero».

La Regione Marche quest’anno ha messo in campo una misura: la DGR 79 rivolta al contenimento del nuovo piano di controllo del piccione (Columba Livia domestica). La giornata ha segnato un cambio di rotta della Regione rispetto al Piano di controllo del piccione approvato con DGR n. 1598 del 27 novembre 2018, a favore di una gestione che prende le mosse dalle azioni sperimentate per il contenimento del cinghiale (DGR n. 1469 del 8 novembre 2018). Tale misura autorizza, di fatto, i proprietari o conduttori di fondi in cui si manifestano danni alle produzioni agricole causate da piccioni, a eseguire interventi direttamente sui terreni di cui gli stessi sono titolari. Questo cambiamento si è dimostrato necessario viste l’inefficacia delle misure precedenti che evidenziavano tempi di intervento tali da non contrastare l’aggravamento dell’impatto sulle produzioni agricole. L’azione di riduzione numerica tramite abbattimento con sparo ha dimostrato anch’essa un effetto limitato a un arco temporale ridotto, talvolta di alcune ore, per cui i piccioni tornano sulla stessa coltura dopo breve tempo.

12/05/2022

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