
La città ha ringraziato il Cittadino Zoboletti

La Chiesa della Madonna della Marina era piena, per i funerali di Ferruccio Zoboletti, personaggio eclettico, uomo buono nel senso pieno del termine e vero Cittadino (con la maiuscola) di San Benedetto del Tronto, perché immerso appieno nel suo tessuto e capace di donare impegno e prospettive.
L'estremo saluto al Presidente della Sambenedettese degli otto campionati consecutivi in serie B è servito ai pochi che non lo conoscevano per scoprire la completezza di un imprenditore, la cui attività nell'ortofrutta è ancora operativa ed ancora dà lavoro a numerose famiglie del territorio: non solo uno sportivo (nel calcio e nel tennis al Circolo "Maggioni") ma un capitano d'azienda illuminato, per il quale come ricordato nel suo discorso dal figlio Afro, "la parola data valeva più di qualsiasi contratto".
Don Gianni Croci, con un evidente (pur se implicito) riferimento ai recenti fatti legati alla presenza dei senzatetto alla Caritas, nella sua omelia, ha ricordato che lavorare nell'azienda di Ferruccio Zoboletti significava e significa "avere non solo la certezza di uno stipendio e del versamento dei contributi, ma soprattutto la certezza di essere rispettati". "Penso a Porto d'Ascoli nel dopoguerra, alle tante persone che avevano bisogno di lavoro ed alle quali Zoboletti ha dato una risposta...per entrare nel Regno dei Cieli è necessario aiutare i poveri, mettersi dalla loro parte".
Emozionante, da brividi, la lettera che la nuora di Ferruccio Zoboletti, Nicoletta Broggi, ha letto: parole scritte tempo fa dallo stesso Zoboletti, un commiato sereno e rappresentativo del carattere dell'imprenditore.
"Mi sorprende - scriveva tra le altre cose Zoboletti, ricordando i suoi sessantadue anni a San Benedetto - quando qualcuno mi stringe la mano e mi dice che è un onore conoscermi: certo, sono cose che fanno piacere, ma mi sembra esagerato. Io faccio quello che ho sempre fatto, il mio dovere...Siamo di passaggio, dobbiamo fare la nostra parte. Non possiamo prevedere né programmare ed è uguale per tutti. E' giusto".
La città intera, dunque, ha salutato per l'ultima volta proprio il Cittadino Zoboletti: un uomo gentile, umano, operaio nel suo lavoro quotidiano, per il quale il precetto cristiano e rivoluzionario di Eguaglianza aveva un senso, una sua materializzazione in azioni che si sono rivelate importanti per la crescita di San Benedetto del Tronto.
di Roberto Valeri
11/07/2019