
"Era la mia città", il ricordo di San Benedetto come stimolo per far ripartire un'intera comunità
San Benedetto Del Tronto - Presentato all'Auditorium "Tebaldini" l'ultimo libro del giornalista Remo Croci.

“Era la mia città” non è soltanto un titolo: è una soglia. Si apre come una porta socchiusa su una San Benedetto del Tronto piena di voci, di passi sul lungomare, di notti che sembravano infinite e di mattine piene di promesse: di persone e personaggi che hanno fatto la storia, non solo della città rivierasca ma, in alcuni casi, hanno lasciato un segno nel panorama imprenditoriale e creativo nazionale.
Il libro del giornalista Remo Croci, presentato all'Auditorium "Tebaldini" di San Benedetto del Tronto è un tentativo originale, perché quasi una "graphic novel" in cui testi e immagini rimandano a più chiavi di lettura, per far conoscere una città piena di orgoglio, voglia di vivere e di fare. E allora le storie, i volti, le fotografie impossibili e vere insieme diventano una mappa: non del passato, ma di ciò che questa comunità potrebbe tornare a essere.
In un dialogo amichevole con lo sceneggiatore Giulio Troli, spesso inframezzato da aneddoti e modi di dire e di fare rigorosamente espressi in dialetto, Remo Croci ha chiarito lo scopo della sua ultima opera, quasi una rincorsa che dal passato deve dare slancio per uno sviluppo futuro: "Se parliamo sempre noi, gli stessi - ha detto - o “quelli del palazzo accanto”, rimaniamo chiusi in un ambito ristretto, come se fosse qualcosa da conservare. Invece è arrivato il momento di aprirsi come fecero altri prima di noi. Perché questa città per troppi anni si è arresa. Tutto è sempre andato bene, ognuno ha coltivato il proprio orticello, senza pensare ad altro. Oggi invece dobbiamo rivendicare uno spazio comune".
Il gioco ideale con le immagini ha portato l'autore a posizionare i personaggi del passato in luoghi del presente, quasi a creare una congiunzione spaziale iperbolica, oppure comunque a vivacizzare le foto per renderle più attuali.
Tante le storie che Remo Croci racconta in più di cento pagine, ad esempio quella dell'intervista che Maradona gli concesse su un tema, quello della visita privata a un carcere minorile, su cui con tutti gli altri mezzi d'informazione "El Pibe de Oro" aveva mantenuto uno stretto riserbo.
L'autore ha anche toccato il tema della maledizione del "nemo propheta in patria" (che, a dire il vero, non riguarda solo San Benedetto ma è tipica della provincia italiana) la quale fa sì che molti sambenedettesi non abbiano avuto e non abbiano il riconoscimento che meritano: tra gli esempi portati da Remo Croci, quello dell'imprenditore Giuseppe Valeri, fondatore della terza emittente televisiva privata italiana, poi broker con la sua Videofilm VCK dei diritti televisivi di numerosi film che sono arrivati in Italia, come la saga di Karatè Kid: un personaggio che ha tra l'altro dato lustro alla città inserendola in un circuito di produzioni cinematografiche negli anni Ottanta.
Parlandone, Remo Croci ha ricordato un curioso aneddoto capitato a entrambi durante la visita al celebre regista Sergio Leone, così come ha sottolineato quanto l'emittente televisiva sambenedettese, la TVP, abbia contribuito alla storia dell'emittenza televisiva nazionale inventando le prime televendite della storia, con format commerciali per l'epoca innovativi, annoverando tra i presentatori personaggi del calibro di Maurizio Costanzo e Enzo Tortora.
In un dialogo amichevole con lo sceneggiatore Giulio Troli, spesso inframezzato da aneddoti e modi di dire e di fare rigorosamente espressi in dialetto, Remo Croci ha chiarito lo scopo della sua ultima opera, quasi una rincorsa che dal passato deve dare slancio per uno sviluppo futuro: "Se parliamo sempre noi, gli stessi - ha detto - o “quelli del palazzo accanto”, rimaniamo chiusi in un ambito ristretto, come se fosse qualcosa da conservare. Invece è arrivato il momento di aprirsi come fecero altri prima di noi. Perché questa città per troppi anni si è arresa. Tutto è sempre andato bene, ognuno ha coltivato il proprio orticello, senza pensare ad altro. Oggi invece dobbiamo rivendicare uno spazio comune".
Il gioco ideale con le immagini ha portato l'autore a posizionare i personaggi del passato in luoghi del presente, quasi a creare una congiunzione spaziale iperbolica, oppure comunque a vivacizzare le foto per renderle più attuali.
"Il senso del libro - ha aggiunto Croci - non è quello di rimpiangere il passato o copiarlo, ma di ricordare che se i nostri nonni, i nostri genitori hanno portato la città a un certo livello, oggi i giovani anche con l'aiuto delle nuove tecnologie devono cercare nuovi progetti e a questi giovani dobbiamo lasciare spazio: altrimenti, rischiamo di perdere occasioni, fondi, possibilità. La città deve tornare a gridare, altrimenti resterà nel silenzio molto a lungo: la nostra comunità deve ritrovare serenità, equilibrio".
Tante le storie che Remo Croci racconta in più di cento pagine, ad esempio quella dell'intervista che Maradona gli concesse su un tema, quello della visita privata a un carcere minorile, su cui con tutti gli altri mezzi d'informazione "El Pibe de Oro" aveva mantenuto uno stretto riserbo.
L'autore ha anche toccato il tema della maledizione del "nemo propheta in patria" (che, a dire il vero, non riguarda solo San Benedetto ma è tipica della provincia italiana) la quale fa sì che molti sambenedettesi non abbiano avuto e non abbiano il riconoscimento che meritano: tra gli esempi portati da Remo Croci, quello dell'imprenditore Giuseppe Valeri, fondatore della terza emittente televisiva privata italiana, poi broker con la sua Videofilm VCK dei diritti televisivi di numerosi film che sono arrivati in Italia, come la saga di Karatè Kid: un personaggio che ha tra l'altro dato lustro alla città inserendola in un circuito di produzioni cinematografiche negli anni Ottanta.
Parlandone, Remo Croci ha ricordato un curioso aneddoto capitato a entrambi durante la visita al celebre regista Sergio Leone, così come ha sottolineato quanto l'emittente televisiva sambenedettese, la TVP, abbia contribuito alla storia dell'emittenza televisiva nazionale inventando le prime televendite della storia, con format commerciali per l'epoca innovativi, annoverando tra i presentatori personaggi del calibro di Maurizio Costanzo e Enzo Tortora.
“Era la mia città”, di cui Remo Croci ha annunciato un secondo volume tra giugno e dicembre del prossimo anno, non chiede dunque ai sambenedettesi di guardare indietro, ma di fermarsi un istante e ascoltare. Ascoltare ciò che San Benedetto del Tronto è stata, per capire ciò che può ancora diventare. In queste pagine la memoria non è rifugio, ma responsabilità: un filo teso tra chi c’era e chi verrà.
Le storie raccontate sono uno" specchio". Ci mostrano quanto questa città abbia saputo essere viva, coraggiosa, creativa; quanto abbia avuto una voce riconoscibile e una comunità capace di riconoscersi. E se è accaduto una volta, può accadere di nuovo.
Perché le città non muoiono quando cambiano, ma quando smettono di credere in se stesse. E San Benedetto del Tronto, se saprà rileggere la propria storia senza paura, potrà ritrovare lo slancio, la visione, il desiderio di futuro.
Questo libro resta allora come un invito silenzioso ma ostinato: non a tornare indietro, ma a ripartire. Da ciò che siamo stati, per tornare, finalmente, a essere.
di Roberto Valeri
14/12/2025







