
Aepi e Ancot, un confronto sulla manovra per misure d’aiuto alle imprese

Aepi e Ancot, un confronto sulla manovra per misure d’aiuto alle imprese
Un momento di confronto e informazione sulle misure inserite nella manovra 2026, soprattutto in virtù della necessità di un dialogo tra istituzioni e imprese. Questo l’obiettivo dell’XI meeting delle professioni organizzato da Ancot e Aepi e che si è svolto questa mattina nei locali della confederazione.
Il presidente di Aepi Mino Dinoi ha spiegato che “un momento di incontro con le forze politiche rappresenta la concretizzazione della necessità di un dialogo-confronto che noi auspichiamo sia costante tra istituzioni e mondo delle imprese e dei professionisti. Riteniamo, infatti, che la fiscalità sia determinante per la salvaguardia dell’indotto economico del nostro paese. E non solo. Un fisco che non è amico di imprese e imprenditori può determinare il fallimento delle stesse aziende creando un problema socioeconomico”.
Il presidente di Ancot Celestino Bottoni nel presentare l’incontro ha sottolineato che “il Meeting delle Professioni ha evidenziato ancora una volta l’importanza di fare un punto della situazione insieme alle istituzioni. In questo caso, abbiamo parlato di novità fiscali e Legge di Bilancio, più in generale i corpi intermedi come Ancot e Aepi sono importanti per sostenere la crescita del sistema Paese. Come più volte ribadito dagli onorevoli intervenuti, abbiamo il dovere di segnalare se, a nostro avviso, qualche norma può essere migliorata o se ci sono delle problematiche. La battaglia storica di Ancot, anche all’interno di Aepi, è quella per una semplificazione fiscale, per un fisco equo a favore di chi dichiara e paga e magari, per motivi contingenti, non riesce a farlo in quel momento, per il riconoscimento della dignità e della professionalità dei consulenti, che hanno diritto a un percorso di riconoscimento parallelo a quello ordinistico. Il Paese reale chiede di ricordare che molte aziende non riescono a pagare i contributi, che le nuove professioni prima si impongono e molto dopo vengono retribuite, che anche per questo motivo la pressione fiscale vera va oltre il 50% e non c’è liquidità. La visione dovrebbe essere di più ampio respiro: vorremmo sapere che esiste un bilancio non del 2026, ma del decennio. Queste certezze sarebbero utili anche a far rientrare o convogliare investimenti dall’estero”.
“La Legge di Bilancio 2026 – ha detto il presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati Marco Osnato - è una manovra seria ed equilibrata, costruita attorno ad alcuni obiettivi fondamentali che da sempre guidano l’azione politica del centrodestra e di Fratelli d’Italia. Al centro vi sono il sostegno al ceto medio, colonna portante del nostro sistema economico, e misure mirate a incentivare la produttività dei lavoratori e la crescita delle imprese. Una crescita che vogliamo sostenere favorendo investimenti sia in capitale fisico sia in capitale umano. Il tutto senza generare nuovo deficit. Il Governo prosegue dunque sulla rotta già tracciata, anche con una serie di misure a favore della libertà operativa e della competitività dei professionisti. Tutto questo si inserisce nel quadro di una rivoluzione copernicana che sta trasformando il Fisco da avversario ad alleato di chi crea ricchezza: un autentico ‘fattore abilitante’ dello sviluppo, affinché chi ha voglia di fare possa si impegni ancora di più, a beneficio dell’intera Nazione”.
“Questo è il mese dell’educazione finanziaria e voi con la vostra rete potrete essere un ottimo veicolo. La sfida ora è quella di portare i risparmi a essere investiti sull’economia reale per evitare che le casse e i fondi pensioni diano i nostri risparmi a gestori che investono su mercati esteri. Inoltre, le banche italiane devono ricominciare a erogare credito. Negli USA o in Inghilterra se vedono che sei un buon pagatore sono gli istituti di credito che ti cercano mentre qui non accade. Anche il Ministro Giorgetti su questo punto e’ stato chiaro o rischiamo che piattaforme estere mettano in un angolo le nostre banche”, ha continuato Giulio Centemero, capogruppo della Lega in commissione finanze alla Camera.
Per Tony Ricciardi, deputato del Pd, “interpretare il mutamento delle professioni ci obbliga a rimodulare gli strumenti fiscali e a semplificare le procedure burocratiche. Crescono le P.iva di nuove professioni (soprattutto giovani) che ancora non sono riconosciute del tutto, mentre il -34,1% di partite iva in meno nel commercio debbono farci riflettere con adeguata preoccupazione”.
Infine, Guerino Testa, deputato di Fdi ha voluto sottolineare che “sulle tematiche fiscali e sui nostri provvedimenti, non voglio fare paragoni con quel che abbiamo ereditato, provvedimenti che non abbiamo mai condiviso a livello politico. Però voglio partire da un dato importante: sul tema del fisco e della finanza pubblica si è spesso parlato di interventi estemporanei. Invece, il taglio del cuneo fiscale è finalmente diventato strutturale e questo è un risultato concreto per lavoratori e imprese. Abbiamo inoltre ridotto l’aliquota per i redditi medi, premiando chi sostiene davvero il Paese pagando le tasse con regolarità. Le nostre aziende stanno beneficiando di misure come ZES, Nuova Sabatini e libero ammortamento, che spingono investimenti e competitività. Anche la pace fiscale non è un regalo ai furbi, ma un aiuto a chi ha dichiarato tutto e si è trovato in difficoltà. Ora serve continuare su questa strada, con coraggio e spirito riformatore, ascoltando i bisogni reali dei territori e delle professioni”.
di Roberto Valeri
19/11/2025







