Agia-Cia festeggia 25 anni. Su giovani e agricoltura Europa non deluda
Roma - Le Marche erano presenti con una nutrita rappresentanza: oltre ai delegati, hanno partecipato anche alcuni invitati che hanno potuto conoscere da vicino il mondo Cia e la struttura che ruota intorno alle decisioni a tutela dell’agricoltura.
Dalle lunghe battaglie per l’accesso alla terra e al credito, alla spinta per una legge nazionale sull’imprenditoria agricola, passando per il contributo in Europa alla “Risoluzione Carvalhais” fino alla Strategia per il ricambio generazionale, appena presentata della Commissione Ue. Filo conduttore la storia di Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia, che queste tappe non le ha solo attraversate, ma le ha ispirate, determinandone sostanza e urgenza. Un percorso, questo, celebrato oggi, a Roma, nella Plenaria Marco Biagi del CNEL con l’assemblea annuale tutta dedicata ai 25 anni di Agia-Cia, alla presenza del ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida e del presidente del Ceja, Peter Meedendorp.
Le Marche erano presenti con una nutrita rappresentanza: oltre ai delegati, hanno partecipato anche alcuni invitati che hanno potuto conoscere da vicino il mondo Cia e la struttura che ruota intorno alle decisioni a tutela dell’agricoltura.
“Ripercorrere i 25 anni di Agia-Cia serve a rinsaldare l’impegno dell’associazione in favore delle politiche agricole giovanili -ha detto il presidente nazionale Enrico Calentini- ma anche a sollecitare azioni concrete e fondi adeguati a dare seguito alle leggi e alle proposte ora in campo. In un Paese che invecchia -ha aggiunto- l’agricoltura è ancora il settore che fatica più di tutti a contrastare il calo demografico e nonostante la leva dell’innovazione scientifica e digitale. Con le crisi in corso, climatica e geopolitica in primis, non ce lo possiamo permettere”.
“Da venticinque anni – ricorda il presidente Agia-Cia Marche, Luca Bianchi – sappiamo quanto sia importante promuovere e sostenere l’imprenditoria agricola giovanile, sia dal punto di vista tecnico che politico, quindi anche in termini di rappresentanza. C’è una forte necessità di ricambio generazionale e, allo stesso tempo, di rafforzare tutta la componente imprenditoriale, non solo quella produttiva. L’impresa agricola oggi non è più soltanto coltivazione, ma gestione, visione, capacità di stare sul mercato”.
Stando ai dati Eurostat, in Italia, solo il 9,3% del totale di chi possiede un'azienda agricola ha meno di 40 anni, a livello Ue si arriva circa al 12%, con l'età media degli agricoltori ancora intorno ai 57 anni. Dal 2000 a oggi, il calo strutturale è stato generalizzato per tutta l’agricoltura, ma sono stati proprio i giovani, negli ultimi 10, ad attivare nuovi trend.
In tal senso, Agia-Cia ci ha messo del suo, in Italia e in Europa costruendo contesti di confronto, conoscenza e co-creazione in ambito accademico e istituzionale, in particolare con ruoli sempre chiave nel Ceja, chiamando in squadra centri di ricerca e professionisti delle tecnologie per l’agricoltura. C’è Agia-CIA dietro tra gli emendamenti alla Risoluzione Carvalhais del 2023, come nel testo della legge nazionale sull’imprenditoria giovanile a firma Carloni. E ancora, nella proposta di una Banche delle Terre, nella necessità di un Osservatorio specifico per i giovani nella Pac, in quello Ue del territorio e nell’Onilga, per l’imprenditoria e il lavoro giovanile in agricoltura (2025) dove discutere dei 150 milioni stanziati per l’accesso al credito dei giovani, altra battaglia associativa.
“Nel nostro percorso evolutivo – prosegue il presidente Bianchi - si è inserito anche questo appuntamento: l’Assemblea nazionale si è svolta al CNEL un luogo simbolo per il mondo economico e produttivo, che non può essere messo in secondo piano quando si parla di imprese, e in particolare di imprese agricole. La vera sfida, in Italia e nelle Marche, oggi è quello di riaffermare il valore non solo produttivo, ma anche sociale e ambientale, della qualità che deve essere riconosciuta anche economicamente come superiore”.
Al centro, da sempre, l’impegno per la trasparenza dei mercati fondiari, ma anche dei dati, con Agia-Cia protagonista del Data governance Act Ue; necessari quanto le riforme pensionistiche e una vera cooperazione intergenerazionale; senza dimenticare il lavoro di Agia-Cia sul piano formativo, tecnico e politico, voce di peso nella sperimentazione e nella ricerca, nelle sedi istituzionali non solo Ue, ma anche internazionali.
“La sicurezza alimentare globale, il Made in Italy nel mondo, le aree interne e rurali cuore pulsante del nostro agroalimentare -ha aggiunto Calentini- devono poter contare sugli under 40. Entro i prossimi 25 anni ci aspettiamo la piena realizzazione di quel ricambio generazionale nel settore davvero in grado di autodeterminarsi, quanto a reddito e competitività. Per questo, l’obiettivo della Strategia Ue di portare gli under 40 del comparto al 24%, non può stare in piedi senza un bilancio dedicato nella Pac. Al governo italiano chiediamo di fare la differenza ancora prima, portando avanti l’efficacia della sua legge Quadro”.
“I migliori auguri ad Agia-Cia per il suo quarto di secolo -è intervenuto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- merita, insieme a tutti i suoi giovani un’Europa all’altezza, che non indebolisca e frammenti una delle politiche fondanti dell’Ue. Continueremo a dare battaglia per difendere la Pac, tutelare tutta l’agricoltura e le sue aree interne, dove sentirsi liberi di restare per costruire futuro”.
di Roberto Valeri
04/11/2025