La nostra società, i suoi tanti contrasti

San Benedetto Del Tronto - Alla Palazzina Azzurra, fino al 29 settembre, è possibile visitare la mostra "Sub Rosa. Il segreto di Venere" di Michelangelo Pistoletto e Mary Zygouri.

Tra bellezza e degrado, resistenza e violenza, partecipazione e isolamento, la nostra società oscilla perennemente. Un'idea, quella dell'uomo che vive in un continuo stato di tensione, perché vorrebbe raggiungere l'infinito e la Verità assoluta ma, in quanto essere finito, deve fare i conti con i suoi limiti e sperimenta quindi una perenne irrequietezza, che da Pascal in poi è divenuta sempre più visibile nel mondo contemporaneo, nei suoi conflitti e nell'incapacità dell'uomo di essere felice nonostante, razionalmente, ne avrebbe più di una ragione.

Questo riferimento chiaro ai contrasti, ai conflitti, si ritrova nella mostra Sub Rosa. Il mistero di Venere, mostra di Michelangelo Pistoletto e Mary Zygouri, curata da Rosalba Rossi e promossa dall'Associazione Endeca Agitatore Culturale, Partner Fondazione Plart, Presidente Maria Pia Incutti, che si del Patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto e della Fondazione Pistoletto Cittadellarte ed è visitabile fino al prossimo 29 settembre alla Palazzina Azzurra.

Ancor prima di entrare nei locali della Palazzina, ci si imbatte nella quasi inedita Rosa Trafitta, scultura di Pistoletto degli anni Ottanta, realizzata in marmo bianco di Carrara e violata, al centro, da un'asta d'acciaio che la colpisce, ma non la disintegra e, a dirla tutta, nemmeno la intacca più di tanto nonostante il fatto che la colpisca al centro, al cuore. Il contrasto (e quell'oscillazione che ci riporta a Pascal) sta nella lotta tra bellezza e violenza, una battaglia dopo la quale il Maestro concede la vittoria alla rosa (dunque alla bellezza) che resiste: visione ottimistica che mettiamo alla prova tutti i giorni anche solo dando uno sguardo alle notizie che ci parlano di guerre, ma che rappresenta in assoluto un esempio di quello che può essere il valore didattico dell'arte con il suo universale messaggio di speranza.

Una volta entrati nei locali della Palazzina Azzurra, il consiglio è quello di dirigersi alla sinistra e guardare (più volte, se possibile) il video dell'artista greca Mary Zygouri Venus of the Rags/In Transit/Eleusis, realizzato nel 2014 con Michelangelo Pistoletto in occasione dell’Aeschylean Festival.

Mary Zygouri attraversa, in una sorta di processione laica, la zona industriale e il tessuto urbano di Eleusi, cittadina che ospitava, nell'antichità, quelli che erano considerati i riti segreti religiosi più importanti della Grecia, con una copia della Venere degli Stracci, opera che Michelangelo Pistoletto realizzò per la prima volta sul finire degli Anni Sessanta.

Qui, al conflitto tra la perfezione della statua e il caos rappresentato dall'enorme cumulo di stracci, Mary Zygouri aggiunge drammaticità nella scelta degli ambienti, a loro volta degradati, lungo i quali trascina l'opera con un carretto e nella scelta di scrivere, con vernice bianca (come la statua) "fuori i profanatori", mentre le orme dei suoi sandali sul gesso bianco imprimono l'imperativo "seguimi". L'uomo, dunque, è condannato (per i limiti a cui Pascal faceva lucido riferimento) a trascinare il suo fardello di contraddizioni, a conoscere e riconoscere la bellezza ma anche a vivere, sulla propria pelle, la sofferenza data dal disordine, dal caos, da tutti gli "stracci" che in qualche modo produce o che altri uomini producono al posto suo. Le dimensioni, sostanzialmente equivalenti, tra l'altezza della Venere e il cumulo di stracci fanno pensare che bene e male, nella vita di tutti noi, si equivalgano.

E allora a cosa aggrapparsi, tra miseria e grandezza?
Dopo la visione del filmato, la mostra offre uno dei Quadri Specchianti del Pistoletto, una serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio che rappresenta una donna e...chiunque voglia specchiarsi con lei, entrando nell'opera e facendone parte. Lo scopo è rendere istantaneo il rapporto tra il fruitore e l'arte, creare una connessione inedita, un invito a evitare uno sdoppiamento tra arte e vita, facilitarne quella commistione che potrebbe risolvere il problema di tutte queste tensioni, di noi esseri sperduti in una zona periferica del cosmo e perennemente alla ricerca della felicità.

di Roberto Valeri

09/08/2024

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