Crescono le richieste di laureati nel 2007 da parte delle imprese

San Benedetto Del Tronto - E’ la provincia di Ancona a detenere il primato per numero di assunzioni previsto...

E’ la provincia di Ancona a detenere il primato per numero di assunzioni previsto nel corso del 2007. Su un totale di 7860 nuovi assunti, dove poco meno della metà (42,5%) sono giovani fino a 29 anni, il livello di istruzione richiesto è per il 6,9% universitario, per il 35,1% secondario e post secondario e per il 19,2 di qualificata professionale. Dallo studio, inoltre, emerge che del totale dei nuovi assunti anconetani il 35,6% è di difficile reperimento, mentre ben il 24,4 % necessita di corsi di formazione. Seconda in classifica, per numero di nuovi assunti previsti nell’anno in corso, è la provincia di Pesaro Urbino dove su un totale di 7090 il 38,3% è costituito da giovani con meno di trent’anni. Per quanto riguarda lo studio il livello richiesto dagli imprenditori pesaresi è stato per il 6,9% universitario, 32% secondario e post secondario e per il 11,7 di qualificata professionale. Nella capoluogo maceratese il numero di neo assunti previsti nel 2007 è pari a 5150, costituito per quasi il 40% da giovani fino a 29 anni. I livello di studio richiesto è stato per il 5,7% universitario, il 33,4% secondario e post secondario e per il 13,3%di qualificata professionale. Inoltre del totale dei neo assunti il 18% necessita di corsi di formazioni ed oltre il 38% dei nuovi lavoratori è stato di difficile reperimento. I meno fortunati a trovare lavoro sono i laureati della provincia di Ascoli Piceno, in quanto le imprese hanno previsto un totale di assunzioni di 5040 di cui il 34,5% sono giovani al di sotto dei trent’anni. Il livello di istruzione richiesto dagli imprenditori ascolani è stato per il 6,6% universitario, il 28,5% secondario e post secondario e per il 13,6% di qualificata professionale. Questo è quanto mette in evidenza Excelsior, l’indagine condotta da Unioncamere e Ministero del Lavoro i cui dati per la regione Marche sono stati rielaborati dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V.


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A livello nazionale risulta che l’aumento della richiesta di laureati si deve per l’85% al settore dei servizi, dove l’incidenza di “dottori” (56mila quelli ricercati dalle imprese) raggiunge l’11% del totale delle assunzioni del settore. Meno consistente la richiesta di laureati nell’industria, che quest’anno assorbirà 19.000 dottori a fronte dei 17.000 circa del 2006. La percentuale di laureati richiesti dall’industria scende così dal 6,2% del 2006 del totale al 5,8% del 2007. Su questo dato incide però la minore domanda dell’edilizia (1,2%), mentre nel manifatturiero il valore sale all’8,6%.Dal punto di vista territoriale, la domanda di laureati è decisamente più consistente nelle regioni del Nord-Ovest e del Centro (12,2% e 10,2% del totale delle assunzioni previste, mezzo punto percentuale in più rispetto al 2006). Leggermente inferiore la richiesta nel Nord-Est (8% la quota di assunzioni 2007 destinate a questa componente). Al Sud la domanda di “dottori” ammonta al 5,5% del totale dei posti di lavoro. Economia e Commercio si conferma anche quest’anno l’indirizzo più ricercato dalle imprese (oltre 24.000 i posti di lavoro messi a disposizione, con un incremento di circa 4.500 unità rispetto al 2006). Seguono Ingegneria elettronica e dell’informazione (9.000, 2.200 assunzioni in più), che conquista il secondo posto, superando le lauree con indirizzo sanitario e paramedico (6.900). La laurea specialistica quinquennale sembra ancora riscontrare una chiara preferenza presso gli imprenditori: il 48,3% delle entrate di laureati programmati per il 2007 fa riferimento a questo percorso formativo, a fronte di un 16,3% riferito alla “laurea breve” o triennale. Se per questa ultima si è registrata una domanda sostanzialmente stabile (oscillante intorno al 15/16%), nel primo caso si tratta, invece, di un valore in continua flessione a partire dal 2005 (quando era pari al 57,7%, per scendere poi al 53,6% l’anno successivo). Aumenta invece dal 31,6% al 35,4% “l’area dell’indifferenza”, ossia la quota di assunzioni per le quali non si segnalano preferenze circa il livello di laurea. E’ vero che le lauree piacciono sempre di più alle imprese (che per questa componente di nuovi assunti mette a disposizione, nel 61,1% dei casi, contratti a tempo indeterminato), ma è anche vero che la laurea da sola non basta. E’ meglio infatti aver già maturato almeno un po’ di esperienza lavorativa, dicono le imprese, che destinano ai laureati non al primo impiego il 64,7% dei 75mila posti di lavoro messi a disposizione.

di Vittorio Bellagamba

30/11/2007

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