Positiva la valutazione della

Nuovi progetti per far ripartire il settore Pesca

San Benedetto Del Tronto - SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Il comparto pesca danneggiato pesantemente dalla crisi e penalizzato...

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Il comparto pesca danneggiato pesantemente dalla crisi e penalizzato dal caro gasolio, potrebbe trovare una soluzione ai suoi problemi nell’utilizzo del GNL, cioè il Gas Naturale Liquido. Il Distretto delle Energie del Piceno sta coinvolgendo le industrie locali nella costruzione di sistemi “kit retrofit” per i motori dei pescherecci, cioè sistemi che vadano a modificare il motore per trasformarlo in un impianto b fuel. In questo modo il peschereccio si avvierebbe utilizzando il gasolio per poi passare al gas naturale. Questo produrrebbe un abbattimento sia dei costi per il gasolio del 50%, e un annullamento del livello di emissioni inquinanti.

Il progetto raccoglie i pareri favorevoli della sezione produzione e nautica della CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa).
Il presidente della sezione, Vincenzo Michettoni (imprenditore e titolare della FrigoEMME, azienda sanbenedettese), è convinto dell’utilità del sistema GNL necessario a far ripartire un intero settore, inclusa la cantieristica (per le modifiche delle imbarcazioni e la manutenzione): “Quella che ci viene data è una grande opportunità, poiché il comparto pesca a causa del caro gasolio rischia la paralisi - ha spiegato Michettoni – per le imbarcazioni questo sistema è vantaggioso sia dal punto di vista economico e sia nell’ingombro dato dal serbatoio (dopo aver apportato le opportune modifiche). La CNA si sta impegnando affinché il sistema GNL possa avere il suo riconoscimento a livello regionale e nazionale”.

Il porto di San Benedetto potrebbe dunque essere il primo ad utilizzare carburanti alternativi e ad avere un impianto di rifornimento totalmente realizzato da industrie locali.
Tutto sembra pronto per realizzare questo progetto sviluppato dalle imprese del Distretto delle Energie manca solo il riconoscimento di certificazione RINA, con normative specifiche per questo tipo di attività che costituiscono una novità assoluta in campo nazionale. “L’impianto di erogazione –spiega Alessandro Ciarma, titolare della Elettro Standard Oil e aderente a Confindustria – è molto semplice da realizzare. Dopo che si è creato un serbatoio di stoccaggio e individuato il distributore del metano, occorre realizzare un impianto di liquefazione che necessita di un approvvigionamento elettrico. L’Enel ci darà corrente a media tensione e per abbattere i costi, utilizzeremo anche l’energia garantita da un parco fotovoltaico che verrà costruito sul muraglione di cinta del porto, da integrare se necessario con un impianto eolico”.

di Vittorio Bellagamba

12/06/2012

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