
Promarche esclusa dai fondi PNRR

Promarche comunica di aver ricevuto l’atto di esclusione dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 2, Componente 1 (M2C1), Investimento 2.1, dedicato allo sviluppo della logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo. A seguito di tale decisione, l’azienda non potrà realizzare gli investimenti previsti per il proprio sviluppo, in particolare la realizzazione di un magazzino automatico a bassa temperatura.
Si tratta di un progetto di sviluppo che aveva ottenuto una valutazione positiva da numerosi enti e organismi competenti, tra cui il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che aveva collocato l’intervento al quattordicesimo posto a livello nazionale, oltre al Comune di San Benedetto del Tronto, alla Provincia di Ascoli Piceno (nei settori Pianificazione territoriale e Tutela e valorizzazione ambientale), alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, al Genio Civile Marche Sud, all’Arpam, all’AATO 5 Marche Sud, alla CIIP, ai Vigili del Fuoco, al Dipartimento di Prevenzione – UOC Igiene e Sanità Pubblica, nonché agli istituti di credito coinvolti.
L’investimento complessivo previsto sul territorio di San Benedetto del Tronto ammontava a 18.441.770,78 euro, risorse destinate a rafforzare la capacità produttiva e logistica dell’azienda, con ricadute dirette sull’occupazione e sull’intero sistema economico locale.
“Un’azienda è abituata anche a ricevere dei no – dichiara l’Amministratore Delegato di Promarche, Oreste Aquilone – ma ciò che colpisce è che, a fronte di dichiarazioni pubbliche sulla necessità di favorire gli investimenti e creare lavoro per i giovani, come ad esempio ‘’Noi non siamo contro l’azienda, noi vogliamo il bene dell’azienda’’ e ‘‘Dobbiamo favorire gli investimenti per creare posti di lavoro per i giovani che vogliono rimanere sul territorio’’ non si sia riusciti a individuare una soluzione concreta per un progetto che voleva crescere restando radicato sul territorio, perché ci si è sclerotizzati su affermazioni del tipo ‘’ Io l’avevo detto, Io l’ho scoperto, Io sono per la legalità, Io rispetto il programma elettorale, Io non vedo il panorama, Io non sono stato informato, Io mi occupo di altre cose”.
Secondo l’AD Promarche, l’intera classe politica dovrebbe “riflettere sui danni che possono derivare dal sottrarsi alla responsabilità di cercare soluzioni alle richieste di aziende che intendono continuare a svilupparsi a livello locale”. Il prezzo di questa decisione, sottolinea l’azienda, viene oggi pagato non solo da Promarche, ma anche dai 260 lavoratori diretti, dai circa 1.500 addetti dell’indotto e dagli operatori del territorio che forniscono beni e servizi.
“Non è una contrapposizione tra Promarche e una serie di “io” – conclude Aquilone – ma la richiesta di un confronto serio per trovare soluzioni che consentano a un’azienda di crescere, rimanere a San Benedetto del Tronto ed essere un punto di riferimento per i giovani che vogliono costruire qui il proprio futuro”.
di Roberto Valeri
21/12/2025







