
Cia in piazza a Bruxelles
Bruxelles - Le Marche presenti con Cia e Agia.

“La proposta della Commissione guidata da Ursula von der Leyen non deve passare. Da anni si tenta di smontare e snaturare la Pac; oggi questo processo viene portato avanti in modo ancora più deciso e noi abbiamo il dovere di fermarlo. Siamo qui per difendere noi stessi, gli agricoltori e i cittadini europei. La zootecnia non può essere svenduta né trattata come un problema: è una risorsa fondamentale per l’economia, per i territori e per la sicurezza alimentare. Proprio per questo dobbiamo continuare a batterci con determinazione. È una battaglia che riguarda anche le regole. Servono criteri chiari di reciprocità negli accordi commerciali, a partire dal Mercosur, che non può essere accettato nelle forme attuali. Siamo favorevoli agli scambi commerciali, ma non possiamo accettare che, ogni volta, sia l’agricoltura a pagare il prezzo più alto. Oggi siamo qui per difendere l’agricoltura e i cittadini europei. Dobbiamo farlo restando uniti: quando gli agricoltori europei sono compatti, sanno ottenere risultati. Questa battaglia deve continuare, in modo pacifico ma sempre più deciso. Andremo avanti senza fermarci qui.”
È decisa e chiara la posizione unitaria portata avanti dalla delegazione confederale, guidata dal presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani Cristiano Fini, contro la proposta della Commissione europea sulla Pac post 2027, che prevede una riduzione complessiva delle risorse e l’ipotesi di un fondo unico, con il rischio di una competizione tra settori strategici.
Alla manifestazione, era presente anche la delegazione di dirigenti e giovani agricoltori Cia Marche e a proposito di tale presenza, il Presidente Cia Marche Alessandro Taddei ha dichiarato: “La mobilitazione di Bruxelles nasce da una preoccupazione concreta: la riforma della Pac così come proposta oggi rischia di indebolire profondamente l’agricoltura europea e di colpire in modo particolare i territori più fragili. Per una regione come le Marche significa mettere in discussione il futuro di migliaia di aziende agricole che garantiscono reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare”.
Secondo le stime di Cia, la riforma Pac post 2027 potrebbe mettere a rischio fino a 270mila aziende agricole in Italia, con effetti rilevanti anche nel Centro Italia. “Sono numeri – aggiunge il presidente di Cia Marche – che non possono essere ignorati, perché dietro ogni azienda ci sono lavoro, filiere, manutenzione del territorio e contrasto allo spopolamento”.
AGIA Marche è oggi a Bruxelles per prendere parte alla più grande mobilitazione agricola europea contro una scelta che definiamo senza esitazioni scellerata. È una decisione grave, che colpisce al cuore l’agricoltura europea e dimostra una preoccupante distanza tra le istituzioni comunitarie e la realtà quotidiana delle imprese agricole. Senza una PAC forte, dedicata e finanziata adeguatamente, migliaia di aziende non reggeranno. A pagare il prezzo più alto saranno i giovani agricoltori, che vedono nella PAC l’unica leva concreta per investire, innovare e costruire un futuro in agricoltura. Tagliare la PAC significa dire ai giovani che in Europa non c’è spazio per loro.
di Roberto Valeri
18/12/2025







