Maxi frode sui fondi agricoli europei: Cia Ascoli-Fermo-Macerata prende le distanze.

Ascoli Piceno - Il Presidente Matteo Carboni:“Questi episodi penalizzano gli allevatori veri, non li rappresentano”.

Cia Agricoltori Italiani di Ascoli-Fermo-Macerata prende posizione sulla maxi frode ai danni dei fondi agricoli europei che ha coinvolto anche aziende del territorio marchigiano, e che ha portato al sequestro preventivo di oltre 17 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza. L’associazione ribadisce la propria netta distanza da simili comportamenti e denuncia gli effetti distorsivi che queste pratiche hanno avuto sul tessuto agricolo locale.

“Siamo di fronte a fatti gravissimi che non riguardano il mondo agricolo autentico, ma ne sfruttano i meccanismi per fini speculativi — dichiara Matteo Carboni, presidente Cia Ascoli-Fermo-Macerata —. Gli allevatori del nostro territorio non sono stati protagonisti, bensì penalizzati da queste operazioni. L’azienda coinvolta ha offerto alle comunanze agrarie e ad altri enti pubblici canoni d’affitto spropositati, completamente fuori mercato, alterando le dinamiche locali e mettendo in difficoltà chi lavora onestamente”.

La Cia sottolinea di aver sempre preso le distanze da questi comportamenti. Negli anni scorsi, a seguito delle pressioni esercitate presso AGEA, erano stati adottati provvedimenti per limitare gli aiuti alle aziende che dichiaravano animali al pascolo, richiamando le comunanze agrarie a favorire in via prioritaria agli utenti della comunanza o agli allevatori del territorio, invece di concedere i terreni a soggetti esterni, talvolta addirittura extraregionali.

“Da queste frodi esce un messaggio distorto: quello di allevatori iper-foraggiati dai contributi europei. Ma la realtà è ben diversa — afferma Massimo Sandroni, direttore Cia Marche —. Fare l’allevatore in montagna non è affatto una vita invidiabile: è un presidio quotidiano, in condizioni spesso difficili, con margini economici ridotti e servizi carenti. Queste vicende rischiano di infangare proprio chi rappresenta il cuore vivo delle aree interne”.

La Cia coglie l’occasione per rafforzare il messaggio positivo legato al ruolo strategico dell’agricoltura di montagna, alla luce del recente via libera del Senato al DDL Montagna “Una legge attesa da anni – prosegue Sandroni - che riconosce il valore simbolico e concreto dei territori montani e pone le basi per contrastare spopolamento, debolezza infrastrutturale e fragilità sociale ed economica.

Tra le misure chiave del provvedimento, come noto, ci sono incentivi al lavoro agile nei piccoli comuni montani, risorse dedicate al Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (FOSMIT), il riconoscimento del ruolo strategico degli agricoltori e allevatori nella gestione di boschi, pascoli, tutela ambientale e prevenzione incendi, con strumenti per valorizzare queste attività, nonché nuovi investimenti per il turismo montano sostenibile e per il potenziamento di scuole, sanità, banda larga e trasporti.

“Le montagne non sono solo paesaggio — conclude il Presidente Carboni — sono comunità vive, che resistono grazie a chi ci lavora ogni giorno. È fondamentale che la politica distingua tra frodi speculative e il lavoro autentico degli allevatori, sostenendo questi ultimi con risorse, controlli efficaci e politiche mirate”. 

di Roberto Valeri

17/10/2025

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