
Disarmate le parole

"Disarmate le parole". Papa Leone XIV continua a parlare di una pace "disarmante e disarmata" anche nell'incontro avuto, il 12 maggio, con gli operatori della comunicazione. Il Santo Padre, dopo aver espresso la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati "per aver cercato di raccontare la verità", dall'Aula "Paolo VI" ha chiesto a tutti i giornalisti e comunicatori di non ricercare il consenso a tutti i costi, non rivestirsi di parole aggressive e non sposare il modello della competizione.
"La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra".
"Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare - prosegue Leone XIV - che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: «Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi» (Discorso 311).
Il Santo Padre ha ringraziato i presenti per quanto hanno fatto nel tentativo di raccontare, nei giorni del Conclave, la Chiesa senza stereotipi e luoghi comuni. E' necessaria una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui "talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto".
Torna anche la richiesta di attenzione nei confronti dell'Intelligenza Artificiale, "col suo potenziale immenso, che richiede, però, responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali".
"Ripeto a voi - ha concluso il Pontefice - oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana. Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace".
di Roberto Valeri
12/05/2025