L’Intelligenza Artificiale e il sentire umano a confronto

Porto San Giorgio - Al Teatro di Porto San Giorgio, il 2 marzo, ne hanno parlato professor Emanuele Frontoni e la professoressa Daniela Lucangeli.

“Se il pericolo è la tecnologia, allora bisogna far crescere l’umano. Ma, in realtà, l’idea che la tecnologia possa invadere le nostre vite è causata dall’assenza dell’umano”. È un punto di vista molto articolato e particolare quello che la professoressa Daniela Lucangeli, ordinaria di Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo all’Università degli Studi di Padova, ha espresso durante Intelligenza Artificiale vs Umano Sentire: l’educazione necessaria, incontro organizzato al Teatro di Porto San Giorgio il 2 marzo dalla Compagnia delle Opere Marche Sud e dalla Camera di Commercio delle Marche, con il patrocinio del Comune di Porto San Giorgio.

Al cospetto del pubblico delle grandi occasioni, che ha gremito fino all’ultimo posto utile il Teatro di Porto San Giorgio, la professoressa ha dialogato sul tema del rapporto tra Uomo e Intelligenza Artificiale con il professor Emanuele Frontoni, Presidente della Compagnia delle Opere Marche Sud e professore ordinario di Informatica presso l’Università degli Studi di Macerata.

Dopo i saluti del sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini, il professor Emanuele Frontoni ha delineato, in sintesi, la storia delle ricerche sull’Intelligenza Artificiale, iniziate ben prima della disponibilità di hardware in grado di renderla reale, per smentire che “al giorno d’oggi, esista un’Intelligenza Artificiale generale”.

“Siamo lontanissimi – ha detto il Presidente della Cdo Marche Sud e docente UNIMC – da un traguardo del genere però, rispetto a settant’anni fa, abbiamo connessioni artificiali che, seppur non molto complesse, sono capaci di gestire milioni di parametri ed abbiamo algoritmi di gran lunga migliori e tanti dati in più. Dunque, allo stato attuale l’AI può svolgere molto bene compiti molto specifici: con il metodo dell’apprendimento, incameriamo molti dati e troviamo soluzioni. Ci sono droni che, avendo tante informazioni, sorvolano i campi e stabiliscono esattamente di quanta acqua ha bisogno una pianta, nei supermercati si possono assimilare dati sui comportamenti dei clienti, i creativi hanno a disposizione giganteschi database su tutte le tendenze della moda, un gruppo di giovani ricercatori marchigiani ha ideato e realizzato una culla che, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, riesce a ridurre le conseguenze di eventuali problematiche derivanti da una nascita pretermine”.

Peraltro, l’intelligenza artificiale non è affatto assimilabile a quella umana, perché “mentre un’intelligenza artificiale si resetta, il cervello umano trattiene il passato – ricorda la professoressa Lucangeli – ed il motivo è legato ad un processo evolutivo che permette al nostro di essere un cervello di connessione intessuto in tutto l’organismo. Noi non abbiamo un cervello, noi siamo un cervello ed abbiamo sviluppato la possibilità di scegliere”.

Ed è qui che la docente di Psicologia approfondisce un rapporto con la tecnologia che può essere fonte di evoluzione per il genere umano ma anche un pericolo: “L’intelligenza antica dice che c’è un pericolo, ma il pericolo dipende dal cattivo uso, senza un’educazione in mezzo. Se c’è rischio con la tecnologia, devo aumentare l’educazione del discernimento. Va modificata la manipolabilità del nostro discernimento, bisogna discernere il cambiamento e non subirlo. L’umano ha smesso di avere passione verso l’umano, di sentire come scopo il meglio dell’altro e per sé stesso. Se non c’è passione, l’azione è algoritmica anche se svolta da un uomo e provoca conflittualità. Se il pericolo è la tecnologia, bisogna far crescere l’umano”.

L’incontro è stato moderato dalla giornalista Nunzia Eleuteri, editrice delle testate giornalistiche Cronache Fermane, Cronache Picene e Radio Fermo Uno. Il video completo dell’incontro sarà presto disponibile sul canale Youtube della Compagnia delle Opere Marche Sud, accessibile anche dal sito marchesud.cdo.org.
 

di Roberto Valeri

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