Il cambiamento e le sue paure da superare

San Benedetto Del Tronto - La tecnologia 4.0 compie balzi in avanti anche, ma non solo, a causa del Covid: uno dei suoi poli è nella Riviera delle Palme.

Alle due del mattino del 24 ottobre 1917, austriaci e tedeschi iniziarono a bombardare le prime linee dell'esercito italiano a Caporetto: la ritirata dei nostri soldati si sarebbe arrestata solo ventotto giorni dopo, sul Piave. Ai circa 12.000 morti, si aggiunsero 30.000 feriti: per loro non c'erano farmaci contro le infezioni, si operava in condizioni igieniche totalmente assenti, mancava la tecnologia per le trasfusioni, i soldati sfigurati erano destinati alla sopravvivenza in una società che li avrebbe respinti a causa del loro aspetto, i più fortunati e danarosi fecero realizzare delle vere e proprie maschere su misura per coprirsi il volto. Fu proprio la guerra a costringere i medici dell'epoca a fare passi epocali nella chirurgia, in ortopedia, traumatologia, nella chirurgia estetica.

Un cambiamento terribile, obbligato, in controtendenza con la natura umana che vi resiste, anche se la natura propriamente detta cambia continuamente: paura del fallimento, dell'ignoto e desiderio di non abbandonare la propria "area di comfort" contribuiscono in pari misura ad una lotta contro tutto quel che è moderno.

La pandemia da Coronavirus, sebbene in maniera differente dal primo conflitto mondiale e da tutte le guerre in generale, con il ricorso al lockdown dello scorso inverno ed a quelli (forse differenti) che si verificheranno se non invertiamo la tendenza della crescita dei contagi nell'immediato, ci ha servito senza possibilità di rifiuto tanti, piccoli cambiamenti: uno di questi vede l'ingresso prepotente nella società delle tecnologie 4.0.

Non che fossero sconosciute, anzi sono abbastanza note quali elementi di supporto della cosiddetta "quarta rivoluzione industriale", quella appunto che dovrebbe dare vita all'industria 4.0, basata sui pilastri di smart production, smart service e smart energy.

Le tecnologie che abiliteranno questa rivoluzione sono i sistemi avanzati di produzione, che coinvolgono la robotica, la realtà aumentata, l'implementazione di tutte le tecnologie cloud, i Big Data con tutte le problematiche e le soluzioni connesse al loro utilizzo, l'aumento degli strumenti di sicurezza legati alla crescita delle interconnessioni interne.

A San Benedetto del Tronto, presso il Print Innovation Place di Linea Ufficio, opera Haster, uno spin-off per l'innovazione digitale che applica le tecnologie 4.0 ai settori Smart Building, Retail Experience, A.I. e Big Data, Smart City, Smart Hospitality, Cloud Computing, IT & Mobility, Financial Services. 

L'obiettivo è quello di facilitare lo sviluppo digitale delle imprese tramite l’adozione di tecnologie 4.0. nuove forme di collaborazione remota, intelligenza artificiale, realtà aumentata e realtà virtuale strumenti tecnologici a servizio degli spazi pubblici e soluzioni “all in one” per il sistema informativo aziendale. 

Durante la conferenza stampa di presentazione, sono stati mostrati esempi di realtà aumentata ed è stata simulata una riunione aziendale durante la quale i partecipanti, attraverso un display 4.0 di 65 pollici, dotato di una normale webcam ed interfacciato con tutti i principali strumenti informatici per i meeting, condividevano dal loro smartphone documenti, immagini, video che potevano essere modificati, salvati in tempo reale: gli appunti sulla "lavagna" con un click diventavano testi, gli schizzi delle immagini ben definite grazie al riconoscimento A.I. Ma si è parlato anche di come la tecnologia 4.0 potrebbe migliorare i flussi di traffico in una città, aiutare la didattica a distanza (non sostituire la classica lezione "in persona" però...) far impallidire tutta la pubblicità che oggi si produce, con strumenti che possono far evolvere il concetto di "marketing one to one" in modo esponenziale, fino a chiamare per nome ognuno di noi e suggerirgli una cravatta verde da abbinare al completo azzurro comprato il giorno prima. E, tornando al Covid, con strumenti che non solo possono contare quante persone entrano in un centro commerciale, ma arrivare a distinguerne sesso, età e tracciarne il percorso nei negozi. 

“Haster rappresenta la migliore opportunità d'innovazione che si vuole mettere a disposizione per le imprese del Centro Italia – dichiara Maurizio Spazzafumo, sales director di Haster - il vero primo obiettivo di Haster e dei suoi uomini è proprio quello di accompagnare le aziende e Ia pubblica amministrazione verso un nuovo percorso, verso nuove visioni utili per diminuire i tempi, dare maggiori sicurezze e sfruttare al meglio le nuove modalità di approccio al mondo del lavoro che il digitale pone in essere oggi”.

“Riteniamo che il futuro delle imprese italiane e del territorio debba passare attraverso nuove forme di collaborazione agile in modalità remota, aree di lavoro condivise, strumenti interattivi di comunicazione visiva e tutte le tecnologie che possano dare spazio a nuovi orizzonti lavorativi - ha affermato Rocco Monteleone - Chief Innovation Officer di Haster- proprio affrontando il tema della valorizzazione del territorio, il turismo è uno dei settori che più ci tocca da vicino in una realtà come la nostra delta Riviera delle Palme: stiamo progettando un ecosistema ricettivo pensato agli albergatori ed ai ristoratori. Anche la sicurezza è un tema che ci sta molto a cuore: la sicurezza dei dati aziendali, ma anche la sicurezza sul luogo di lavoro. Abbiamo lavorato a stretto contatto con i più grandi player del mercato per studiare le soluzioni migliori da inserire in offerta, e quelle più facilmente scalabili dal punto di vista architetturale."

Secondo ì dati riportati dall’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano nel 2019, il 56% delle imprese italiane ha già avviato progetti di Intelligenza Artificiale.
La pandemia del Covid-19 ha accelerato la trasformazione digitale, il distanziamento forzato ha dato uno slancio all’utilizzo delle tecnologie, ad ogni livello di attività, da quelle individuali dello smartworking a quelle di fabbrica della produzione Smart. Oggi a seguito dell’emergenza, quasi un terzo delle imprese sta riconvertendo la sua produzione o valutando di farlo (rispettivamente il 12% e 19%) e per il 25% di queste sono state fondamentali tecnologie 4-0 come l'IoTe il Cloud computing. 

Dunque, il cambiamento è già iniziato, le paure ad esso correlate vanno vinte, dinanzi ad una tecnologia che può aiutarci a risolvere parte del problema contingente di questa pandemia (e di quelle che verranno) ed a snellire per sempre determinate "azioni" legate ad ogni settore operativo della nostra vita. Il fatto che un'azienda decisa a provarci abbia sede nella Riviera delle Palme è un dato positivo.

di Roberto Valeri

30/10/2020

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