Sughero: nuove occasioni di business nel costruire green

- Presentato a Fabriano un algoritmo del comfort termico

Le costruzioni ecologiche offrono una sponda straordinaria all’ecofiliera del sughero: il settore,
infatti, è coinvolto in affascinanti trasformazioni di prospettiva, in una frontiera del green in cui si
sviluppano modelli sempre più evoluti di sostenibilità degli edifici e nei quali l’uso del sughero
consente di trasformare in materia prima gli scarti della lavorazione primaria e del processo che,
tradizionalmente, conduce al tappo monopezzo.
Il sughero e il vino
Il rapporto tra sughero e il vino si fa sempre più “delicato e incerto”: la permanenza del tappo
monopezzo rappresenta ormai l’unica certezza destinata a una selezione di vini pregiati e
pregiatissimi. D’altra parte, però, aumenta sempre di più il rischio che al tappo di sughero venga
sottratto il primato storico da nuove soluzioni come il tappo a vite o a vetro. L’universo del sughero
destinato al vino non si esaurisce però nel monopezzo, si allarga anche produzioni differenti, di
qualità minore come i tappi compensati e tecnici.
In definitiva, l’utilizzo del sughero nella produzione di tappi genera circa l’80% del suo fatturato, un
valore che nel ciclo produttivo del tappo fa il paio con un volume di scarti e cascame, che ammonta
a circa il 70% della materia prima lavorata. Sono numeri e cifre a dire che – al di là di quel che
assorbono i tappi tecnici - è molto il sughero disponibile per altri settori produttivi, che diventa così
una risorsa potenziale a disposizione di un utilizzo in edilizia, capace di arricchire il settore con
elementi strategici quali sostenibilità, comfort abitativo e rispetto dell’ambiente.
Il sughero e l’abitare
Oggi il comfort abitativo è diventato per l’uomo un’esigenza primaria, in un mondo sempre più
dominato dal surriscaldamento globale, dall’inquinamento acustico, dal ritmo frenetico e stressante
della routine quotidiana. In questo contesto si inserisce il cambiamento della “concezione”
dell’abitare e del costruire che nel presente e nel futuro risponderà a una sfida epocale: assicurare
spazi di comfort e benessere abitativo alle persone, con edifici che devono necessariamente
rispondere ai bisogni di isolamento termico e acustico. A tal proposito le caratteristiche fisiche che
ben si collegano all’evoluzione delle tecnologie applicative, rendono il sughero un materiale
versatile che riesce perfettamente ad offrire agli spazi abitativi il massimo livello di sostenibilità,
qualità, salubrità, durata e vivibilità.
L’utilizzo del sughero si inserisce a 360° nella filosofia del Costruire Mediterraneo, utilizzato nella
sua originalità: granuli di dimensione variabile che, assieme ad altri materiali, generano premiscelati
con cui si realizzano massetti, intonaci e pitture per facciate e pareti. Questa grande varietà di
prodotti possono soddisfare le domande e i bisogni sempre più diffusi di isolamento, di risparmio
energetico e di comfort termoacustico. Costruire Mediterraneo con prodotti a base sughero e con
altre componenti naturali significa immaginare abitazioni diverse, più moderne e allineate a una nuova idea di qualità della vita. La qualità dell’abitare non può essere minacciata da condense, non
può sopportare la comparsa di muffe, non può tollerare l’inquinamento acustico. Il benessere
abitativo migliora sempre di più quando si riesce a limitare lo scambio di calore rendendo la casa
più fresca d’estate e più calda d’inverno.
La forza e l’incanto del sughero è nascosta proprio nella sua composizione: la suberina contiene acidi
grassi a catena lunga, molecole che hanno proprietà come quelle dei grassi e delle cere, quindi
parliamo di un potere naturale impermeabilizzante rispetto all’acqua e all’azione di diversi solventi
di origine organica. Questo fa sì che il sughero rappresenti a tutti gli effetti un “materiale nobile”
per l’edilizia sostenibile in termini di comfort abitativo proprio per le sue capacità di isolamento
termico, acustico e di impermeabilizzazione.
Il sughero e l’economia circolare
In una visione moderna dell’abitare, il sughero rappresenta dunque la grande cifra di valore di una
proposta basata sul “Costruire Mediterraneo”: per le sue proprietà congenite, per l’inequivocabile
terroir d’origine e per un utilizzo produttivo che lo fa brillare in un quadro di economia circolare e
sostenibile. Economia circolare perché gli scarti della lavorazione primaria del sughero sono una
materia prima preziosa e diretta per l’universo delle costruzioni; economia sostenibile perché il
sughero è una risorsa che si rigenera in un tempo breve e umano, che stimola la tutela delle
sugherete, il loro ripopolamento e la protezione dell’habitat limitrofo.
In Italia, nel cuore delle Marche, c’è una PMI che ha fatto della sostenibilità la sua vocazione, la sua
mission e la sua filosofia d’impresa: si tratta di Diasen, azienda di Sassoferrato (Ancona). “Nel mondo
dell’edilizia siamo degli anticipatori - spiega il Presidente, Diego Mingarelli - abbiamo avuto il
coraggio di investire nel green quando ancora nessuno lo credeva possibile e, in questo percorso, il
sughero è stato l’elemento fondante, un segno di un’innovazione originale e la chiave di un
approccio sostenibile per i nostri prodotti”. “Niente più del sughero è capace di portare a sintesi il
nostro bisogno di essere differenti – aggiunge -, di muoverci sul mercato scegliendo spazi inesplorati
e nicchie di qualità che richiedono soluzioni intelligenti, competenze smart e approcci innovativi e
brillanti”.
Le esperienze di Diasen sono raccolte nel libro “L’incanto del sughero”, scritto da Gian Pietro
Simonetti, Marketing e HR manager dell’azienda marchigiana
. “Il mio vuol essere un omaggio al
sughero – scrive l’autore -, straordinario prodotto dell’estro creativo della natura, a una filiera
italiana e mediterranea che abbina manualità ed ecologia, artigianalità e biosfera, produzione e
ambiente”.
Il sughero e Diasen
Nessuna materia prima, meglio e più del sughero, può rappresentare la mentalità green della Diasen
e dei suoi prodotti.
Il sughero decorticato e macinato nei mulini della Gallura, dopo la traversata tirrenica e l’attracco
nel litorale del Lazio, giunge negli stabilimenti della Diasen, accompagnato a destinazione da
automezzi carichi di grandi sacchi bianchi, le big bag, che colpiscono l’occhio per il poco peso del
materiale distribuito su grandi volumi e notevoli ingombri. Non è ancora pronto per il ciclo
produttivo, perché dalla macinazione originaria emerge con una granulometria grossolana che
necessita d’altra raffinazione, di una taglia adeguata alle esigenze formulative dei prodotti Diasen.
È un passaggio qualificante e delicato che colloca Diasen, nella filiera del sughero, non come mero
utilizzatore finale della materia prima ma nel ruolo di protagonista diretto della raffinazione
conclusiva del semilavorato.
 “Il sughero è una scelta, una filosofia e un’appartenenza – spiega ancora il presidente Mingarelli -.
Una scelta, perché spinge a investire in ricerca, a farsi carico di rischi, a pensare ai mille imprevisti
che si presentano quando un materiale vivo deve esprimere le sue qualità combinato a sostanze
inerti; una filosofia, perché mettendo il sughero al centro del business si riprende e si attualizza la
sapienza secolare e tradizionale del Costruire Mediterraneo; un’appartenenza, perché é un
materiale rinnovabile, che alimenta un habitat irripetibile e concorre a tutelare e mantenere un
delicato ecosistema italiano”.
Il comfort termico, il benessere abitativo e la nuova normativa termica sono stati al centro del
Convegno tecnico–scientifico organizzato in occasione del ventennale Diasen, al quale hanno
partecipato circa 200 architetti, ingegneri geometri e periti industriali provenienti da 14 paesi al
mondo durante il quale è stato presentato un algoritmo del comfort termico, frutto di un intenso
lavoro di ricerca tra Diasen e l’Università Politecnica delle Marche. L'algoritmo calcola il fabbisogno
energetico ora per ora superando il concetto di calcolo energetico in regime stazionario, riuscendo
a riprodurre, in relazione alle condizioni climatiche del territorio, i consumi e le condizioni climatiche
dell'edificio nel suo utilizzo reale.

di Cristina Mignini

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