Festa della Famiglia, un momento di riflessione
Anche nel 2019, il Comune di Grottammare ha festeggiato le coppie che hanno tagliato il traguardo delle nozze d’argento, d’oro, di smeraldo, di diamante, di pietra e addirittura, in un caso, di ferro: Caterina Ceci e Luca Galieni si sono sposati il 10 novembre 1947 e sono dunque, di fatto, i coniugi più longevi di Grottammare.
A festeggiarli idealmente, insieme al Sindaco di Grottammare Enrico Piergallini ed al Presidente del Consiglio Comunale, Stefano Troli, sono intervenute molte delle 64 coppie che hanno festeggiato le nozze d’argento, delle 58 che hanno raggiunto le nozze d’oro, di smeraldo (32 coppie) di diamante (12 coppie) e di pietra (3 coppie).
Agli sposi, che un'ora prima avevano rinnovato la promessa di matrimonio nella Chiea di San Pio V, davanti al parroco Don Federico Pompei, è stato consegnato in omaggio un kit contenente una guida della città, un libro di ricette tipiche locali ed un cd con le foto più belle del passato storico di Grottammare.
L'evento, senza dubbio gioioso e capace di trasmettere, tra abbracci e strette di mano, un senso di ritrovata "comunità" ha però permesso al Sindaco, nel suo intervento introduttivo, di tratteggiare dati alla mano come sia cambiata la considerazione del matrimonio in Italia, anche in funzione delle difficoltà (soprattutto economiche) che si hanno quando si vuole far nascere un proprio nucleo familiare.
In Italia (come in Europa) i matrimoni sono in diminuzione.
Se nel 1963 si sono celebrati in Italia 420.000 matrimoni, nel 2017 sono stati 191.000.
Le stime per decennio sono ancora più impietose: negli Anni Sessanta, si sono celebrati 4.000.000 di matrimoni, il crollo degli Anni Ottanta li ha portati a 3.000.000, nel decennio del Duemila si sono fermati a 2.500.000.
Il tasso di nuzialità (il numero di matrimoni ogni mille abitanti) in Italia è di 3,2: siamo i fanalini di coda in Europa, lontanissimi dai 5,5 della Danimarca, dai 5 della Germania ed inferiori anche alla Francia (3,5) ed alla Spagna (3,7).
Dunque, appare evidente, afferma il Sindaco Piergallini, che il matrimonio "non sia legato alla cultura religiosa di una nazione, ma alla capacità di offrire un futuro sicuro ai giovani ed alle famiglie". Infatti, nonostante i pochi matrimoni, in Italia il 50% si svolge ancora in chiesa, la percentuale maggiore d'Europa sebbene nel 2007 fossero il 65%: nel nord, però, la percentuale scende al 35% mentre al Sud risale al 70%.
Sul totale, in Italia i cosiddetti "primi matrimoni" sono scesi dal 95% del 1990 all'86% del 2017: aumentano dunque le seconde nozze. In Europa, le seconde nozze salgono al 30% del totale celebrato.
Ci si sposa sempre più tardi: nel 1990, le donne italiane si sposavano a 25,9 anni, gli uomini a 28,9. Nel 2017, le donne si sposano in media a 32 anni, gli uomini a 35 anni. Al di là delle evidenti conseguenze sull'indice di natalità, in questo dato c'è tutta l'insicurezza per chi non avendo un lavoro sicuro, non potendo acquistare una casa di proprietà con relativa tranquillità posticipa la creazione di un nucleo familiare.
I bambini nascono sempre più al di fuori del matrimonio, non più visto come una "conditio sine qua non" per procreare. Nel 1970, in Italia, solo il 2,2% dei figli nasceva prima del matrimonio, nel 2016 la percentuale era del 28%: gli italiani quasi tre volte su dieci danno alla luce un figlio e poi, eventualmente, regolarizzano la situazione soprattutto per proteggere il nascituro e dargli una consona copertura legislativa. In Francia procreare prima di qualsiasi funzione religiosa o laica è quasi la normalità, capita nel 60% dei casi. E' così anche in Svezia (55%) e addirittura in Spagna (45%): resta in pratica solo la Grecia a considerare il matrimonio una discriminante, nel 2016 ancora nove figli su dieci nascevano dopo la ratifica dell'unione.
Per converso, aumentano i divorzi: nel 1975 in Italia erano 2,9 su 100 matrimoni, nel 2016 sono 48,7: "non bisogna però considerare negativamente l'istituto del divorzio - conclude il Sindaco di Grottammare - se il contraltare è quello di un'unione in cui ci sono episodi di violenza domestica. I casi di violenza sono in aumento perché le donne hanno il coraggio di denunciare più che in passato e nei casi non sanabili, così come in tutti i casi di incompatibilità, il divorzio è un'opzione praticabile. Si tratta di non abusarne: ovviamente, nel corso degli anni, una coppia può avere difficoltà. Ci vogliono però anche la forza, l'abnegazione, la testardaggine e sicuramente l'amore, tutte componenti per far sì che, come oggi, si possa festeggiare tutti insieme un traguardo così importante come quello degli sposi che sono qui con noi".
di Roberto Valeri
26/12/2019