Sconfitta senza attenuanti.

San Benedetto Del Tronto - Sambenedettese-Venezia 1-3: la capolista vince nettamente con Geijo, Marsura e Moreo.

Terza sconfitta consecutiva per la Sambenedettese di Sanderra. Questa volta, al Riviera, passa la capolista Venezia con un risultato, 1-3, maturato tutto nel secondo tempo però mai messo in discussione sotto il profilo del gioco.

La Sambenedettese, per la prima volta, sceglie il 3-5-2 con l'esordio del giovane Mattia in difesa con Mori e Radi, con Rapisarda e Pezzotti all'esterno pronti a trasformare il pacchetto difensivo a cinque in caso di offensiva dei lagunari. A centrocampo, ci sono anche Bacinovic e Sabatino con Lulli, in attacco Bernardo e Mancuso.

Nel primo tempo la Samb, chiusa a riccio, tira in porta una volta sola, al 40° con Mancuso, in un rapido scambio tra quest'ultimo con Sabatino che permette al bomber del girone di lasciar partire un tiro che Facchin preferisce respingere in tuffo. Per il resto, la prima frazione vede i rossoblù intenti a chiudere tutti i varchi e, sostanzialmente, il Venezia pur con un possesso palla predominante non riesce a sfondare poiché i padroni di casa riescono con fatica a tenere a bada gli esterni ospiti.

Lo zero a zero del primo tempo però è solo un'illusione: nella ripresa, al 7° e all'11° il Venezia risolve la partita a suo favore. Il primo gol dei lagunari nasce da un cross di Garofalo sulla sinistra, Moreo inganna Mori con una finta di corpo e spiana la strada a Geijo il quale non può sbagliare a tu per tu con Aridità: 0-1.

La seconda rete ospite nasce da una punizione a favore della Samb: sulla ribattuta, Lulli fallisce il contrasto con Moreo che innesca un contropiede micidiale in superiorità numerica per il Venezia. Al primo errore (di Lulli) ne aggiunge un secondo, fatale, Mattia che pur in apparente vantaggio si fa anticipare da Marsura che insacca: 0-2.

Sotto di due gol, Sanderra cambia modulo al 13° della ripresa: fa entrare Agodirin. con Bernardo punta centrale e Mancuso a destra nel 4-3-3. Ma non accade letteralmente nulla, il Venezia gestisce agevolmente la partita. Alla mezz'ora, esce Sabatino per Sorrentino e la Samb cambia ancora, con il 4-4-2 che vede Bernardo e Sorrentino davanti con Mancuso e Agodirin sull'esterno. A sei minuti dal termine, Sanderra fa entrare anche Di Massimo, che si piazza al centro con Sorrentino sulla fascia.

I minuti di recupero dati dall'arbitro Ranaldi di Tivoli sono quattro e, al 47°, il Venezia va ancora in rete: Fabris suggerisce palla al nuovo entrato Ferrari che la prende agevolmente, tra Pezzotti e Mattia che indugiano, poi con Aridità in uscita la serve a Moreo per il più facile dei gol: 0-3.

C'è ancora il tempo per il gol della bandiera della Sambenedettese: lo sigla Mancuso, che si guadagna il rigore dell'1-3 penetrando in area e finendo a terra su spinta di Domizzi.

Se, a Parma, la Sambenedettese aveva ben giocato almeno venti minuti (per poi prenderne comunque quattro...) in questa partita al Riviera il predominio del Venezia non è mai stato messo in discussione. L'impressione è che la scelta di un modulo così difensivo fosse finalizzata esclusivamente al "non prenderle" e che, dunque, solo l'estrema imprecisione dei lagunari avrebbe permesso alla Samb di portare a casa almeno un punto. Inoltre, il risultato del primo tempo era stato ottenuto a costo di un lavoro di copertura estenuante e molto dispendioso, difficile da reggere per tutta la partita. 

Dopo il triplice fischio finale, le provocazioni del portiere ospite Facchin (o il fraintendimento con la curva Cioffi, come dichiarato dall'estremo difensore della capolista in sala stampa) hanno portato a tafferugli ed all'espulsione di Malomo del Venezia e di Pegorin. Chiusura degna di una giornata che la Samb ha affrontato con un atteggiamento fatalista e, a conti fatti, improduttivo. 

Da tempo al Riviera delle Palme non si vedeva la Sambenedettese fare un solo tiro in porta in 94 minuti di gioco.

di Roberto Valeri

26/02/2017

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